3 dicembre 2015: Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità.
3 Dicembre 2015. Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con disabilità. Occasione per ricordare i diritti sanciti dalla Convenzione ONU del 2006, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostener l’inclusione delle persone disabili in ogni ambito di vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
Ma cosa sono i diritti? Sono quei diritti intrinseci alla natura dell’uomo e necessari per vivere da essere umani. Occorre quindi sempre che vengano rispettati perché i diritti e le libertà fondamentali permettono ad ognuno di sviluppare pienamente e mettere a frutto le proprie qualità umane, la propria intelligenza, le proprie attitudini e la propria coscienza e di soddisfare i propri bisogni, di qualsiasi natura essi siano.
La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità ha posto in evidenza come le persone con disabilità siano ancora quotidianamente costrette ad affrontare la violazione dei loro diritti umani. Se si predilige un approccio medicalizzante e la segregazione si alimenta un trattamento diseguale che impoverisce la persona. Giornate come il 3 dicembre non sono “la bacchetta magica” che trasforma in realtà quello che è per certi versi ancora un sogno: quello di vivere in comunità e città a misura di persona, di ogni persona. Comunità e città per tutti. Ma Giornate come questa contribuiscono almeno a rialzare il livello di attenzione e ricordare che un impegno ancora ancora più profondo deve essere profuso al fine di abbattere la coltura dell’indifferenza e della discriminazione che tutt’oggi esiste, sensibilizzando la cittadinanza alle tematiche della disabilità.
Il riconoscimento delle capacità di agire come forma di empowerment delle persone con disabilità, è stato il tema scelto per celebrare la giornata quest’anno.
Cos’è l’empowerment? Con questo termine si intendono due significati: il primo legato al rafforzamento delle capacità e delle competenze della persona, il secondo, invece di tipo sociale, legato cioè all’acquisizione di potere attraverso la partecipazione alla vita di comunità. Le persone con disabilità hanno bisogno di ambedue i sostegni. Questi insieme producono una dinamica virtuosa: il rafforzamento delle capacità individuali infatti permette l’acquisizione di maggior potere per farsi includere nella società, promuovendo i propri limiti in prima persona e attraverso le associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari.
Cosa non è l’empowerment? Non è un’operazione tecnica di istallazione di maggior potere nelle persone. Ma vuol dire essere in grado di gestire i propri saperi specializzati in modo che non soffochino quelli degli altri, sia come operatori che come familiari, vuol dire mantenersi in stretta relazione con le persone che vivono dei problemi e riconoscere e rispettare il loro potere di parola ed azione. Alla base ci deve essere la percezione delle potenzialità nell’altro e la convinzione che l’esercizio effettivo di quel potere produrrà nelle persone maggio potere e un rinnovato senso di fiducia in sé stessi e negli altri.
Percorsi di empowerment sono quindi un valido strumento per qualsiasi battaglia di emancipazione e rispetto dei diritti umani perché è centrato sulla crescita della consapevolezza e di competenze delle persone disabili.