Vengano riconosciuti permessi sanitari per uscire con i nostri ragazzi
Certificazioni, limitazioni, distanziamento sociale, attività chiuse…il dedalo nel quale ci ha intrappolato il coronavirus sembra avere confini sempre più stringenti e opprimenti.
Lo sanno bene i genitori e i familiari di ragazzi con disabilità intellettive e con disturbi dello spettro autistico.
Se la nostra quotidianità è stata sconvolta dall’aver dovuto rinunciare all’aperitivo o al jogging, il dover rinunciare sia ai servizi socio assistenziali sia ad abitudini consolidate, che scandiscono il tempo e danno sollievo alle famiglie, ha avuto un impatto ancora più forte nella vita dei nostri concittadini più fragili.
Per questo motivo le associazioni Afagis, Angsa Piacenza, As.So.Fa, Fondazione Pia Pozzoli e Piacenza In Blu-Aps, hanno scritto alle autorità piacentine e all’Ausl, chiedendo che siano previste deroghe alle direttive ministeriali per il contenimento del Covid 19.
“Siamo in costante contatto con il dottor Corrado Cappa, direttore dell’unità operativa della psichiatria di collegamento dell’Ausl – spiega Lucia Cervato di Angsa Piacenza -, per chiedere che ci venga data la possibilità di uscire, con i nostri ragazzi, con un permesso equiparato a quelli di carattere sanitario”.
“I nostri figli erano abituati ad avere una routine, ora dover rinunciare alle varie attività che riempivano la loro giornata e dover restare chiusi in casa sta creando non poche difficoltà – dice – anche a chi è affetto da patologie più lievi”.
La richiesta è, quindi, di poter essere autorizzati a fare una passeggiata, un giro in bici o in macchina, ma non solo. “Alcuni genitori vorrebbero che fosse prevista la possibilità – conclude – di poter mandare i ragazzi, ovviamente individualmente e con un operatore, nei contri diurni, ora chiusi, oppure che prevista la possibilità di avere un educatore domiciliare due ore alla settimana”.